Personalismi senza più leader, l’ultima degenerazione della politica italiana

La personalizzazione è solo una componente, spesso enfatizzata, della politica. Tuttavia, per concomitanti fattori, la facce e le storie locali conteranno molto nelle prossime consultazioni elettorali.
Il viso dei 144 collegi uninominali infatti si riverberà sulle sorti dei rimanenti 256 aspiranti deputati (analogamente al Senato) e dunque sulle sorti della maggioranza parlamentare e sul governo. Un errore esiziale trascurare i volti che si trasformano in voti. In passato, come recita un adagio britannico, gli elettori avrebbero votato anche ‘un maiale’, purché fosse stato un maiale del ‘mio partito’, oggi non è più così.

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Bocca di rosa non abita a Bologna

Il mio editoriale per il Corriere di Bologna-Corriere della Sera

Meretrici, prostitute, donnacce. Le parole contano, pesano. Come pietre. Meglio sarebbe per chiarezza chiamare le donne che vendono il proprio sesso sulle strade della città e del nord-est, con il vero nome: schiave.  Ma come canta il poeta Guccini “di certe cose non si è mai parlato”. Perché in fondo Bologna oltre che la sedicente “più progressista” è anche molto ipocrita, provinciale, e spesso mette la testa sotto la sabbia. Altrimenti non si spiegherebbe il silenzio della politica, l’afonia del femminismo reattivo a ogni violazione delle desinenze sulla carta intestata e nei protocolli. La sostanza parla chiaro. Migliaia di giovani donne rapite, frutto della tratta sulla rotta balcanica e su quella africana, oggetto di violenze, ricatti e prigionia. Gettate in mezzo alla strada a soddisfare i pruriti borghesi dei maschi metropolitani e del proletariato in cerca d’evasione da sé stesso. 

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Bologna non è Cremona. Ma nemmeno una continua guerriglia urbana

Il mio editoriale di oggi per il Corriere di Bologna-Corriere della Sera

A fare a gara a fare i puri, troverai sempre uno più puro… che ti epura.” Pietro Nenni, socialista, non proprio dal temperamento molle, sintetizzò egregiamente e solennemente il rischio del massimalismo, dell’ortodossia rispetto al pragmatismo idealista dei riformisti. Tacciati appunto di tradimento rispetto al verbo del proprio campo di riferimento, la sinistra. Una storia antica, che rimanda agli inizi del secolo scorso e che ancora si trascina e riemerge carsicamente. Salvo che a lanciare anatemi non sono gruppi espressione di forze alternative a quella dominante, ma componenti che un tempo sarebbero state indicate come settarie. Nel caso di Bologna questa tensione ha una lunga, e oserei dire nobile, tradizione consumatasi tra le mura domestiche, ma con ripercussioni anche nazionali. 

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